Lui & Lei
Che feeling con la barista


11.05.2022 |
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"La mia ragazza aveva palestra ed era ancora presto per tornare a casa; volevo godermi quella prima vera giornata estiva dell’anno, rilassandomi sul tavolo nel..."
Esco sempre in quel bar. Almeno una volta a settimana mi faccio un aperitivo, oppure un dopocena in compagnia dei miei amici, tra bevute e musica.La prima volta che l’ho notata ha attirato subito la mia attenzione; la conoscevo già, coetanei, usciti sempre in gruppi diversi e mai incontrati veramente.
Beatrice ha i capelli castano chiaro, occhi scuri da gatta, labbra carnose, non troppo alta ma con tutte le curve al posto giusto; bel culetto tondo e anche una terza abbondante ben fatta. Piercing su naso e lingua e qualche tattoo sparso qua e là per il corpo.
Ci siamo incrociati gli sguardi quella sera, quella prima sera in cui iniziò a lavorare al bar; un saluto un po’ imbarazzato, di due conoscenti che non si erano mai parlati, ma che avevano una voglia matta di scambiare quelle due parole, quegli sguardi che bastano a far capire all’altro che se mi salti addosso, non mi toglo sicuramente.
Passò del tempo in cui entrammo in confidenza, dal semplice saluto, al consiglio sulla bevuta da fare, dalle due chiacchiere mentre aspettavo i miei amici, alle battutine sarcastiche per prendersi in giro su quella o quell’altra cosa. L’attrazione fisica era evidente da parte di entrambi, ma essendo spesso io con la mia ragazza, cercavamo di nasconderla il più possibile. Non era la ricerca di una relazione (io avevo la mia e lei la sua) ma pura e semplice attrazione sessuale, quella forza invisibile che aumenta man mano che ci si avvicina, quell’eccitazione che ti attanaglia lo stomaco e le parti basse non appena l’altra fa un passo verso di te.
Quel pomeriggio di inizio estate, tornando dal lavoro, decisi di fermarmi a fare un aperitivo. La mia ragazza aveva palestra ed era ancora presto per tornare a casa; volevo godermi quella prima vera giornata estiva dell’anno, rilassandomi sul tavolo nel cortile del bar, con un bel nergoni in una mano e una sigaretta nell’altra. Scrissi un messaggio sul gruppo whatsapp degli amici e, come già prevedevo, mi diedero tutti buca.
Entrai nel bar e la vedi, dietro al bancone, intenta a riposizionare i bicchieri appena usciti dalla lavastoviglie. C’erano tre persone che si stavano alzando per andare alla casa a pagare; per il resto vuoto totale.
Le faccio pagare, in modo che Beatrice sbrigasse quell’operazione e poi fosse tutta per me. Una volta finito alla cassa, si girò verso di me dicendomi: “Non potevate andare da un’altra parte? Andate via questi tre almeno mi potevo rilassare un po’ in vista della serata!”. “Potevate? Sono solo io! Non ti stancherai molto a farmi un cazzo di negroni! Poi mi siedo la fuori e non ti disturbo più!”. Ci mettemmo a ridere dopo aver fatto la scenetta degli scocciati e lei mi chiese “sei da solo? Dove sono gli altri?”.
“Mi hanno dato tutti buca! La mia ragazza è in palestra e gli altri sono troppo smorti!”.
Non so se fu una mia impressione, ma la vidi quella scintilla nei suoi occhi. E vedendola iniziai ad eccitarmi all’idea che a parte noi due, non ci fosse nessuno; e penso anche lei!
“Quindi vuoi un negroni?”.
“Se la signorina è così gentile da farmene uno, le sarei molto grato!”.
“E la signorina lo prepara subito!”.
“Me lo porti poi fuori? Io intanto vado a sedermi e mi accendo una sigaretta!”.
“Me ne faccio uno anche per me e ti raggiungo!”
La vidi uscire dopo 5 minuti con i due negroni e qualcosa da stuzzicare. Solo in quel frangente notai come fosse vestita e quanto fosse ancora più eccitante del solito: gonna di jeans a metà coscia che lasciava intravedere quel tatuaggio eccitantissimo che ha frontalmente, canottiera nera attillata sotto ad una bianca larga strappata sopra, che faceva quell’effetto vedo non vedo che enfatizzava quelle due belle tette che ha e scarpe da tennis ai piedi.
Si mise seduta di fianco a me, mi porse il bicchiere per fare un cin e si rilassò sulla sedia, lasciando cadere le gambe verso le mie e toccando la sua pelle nuda con la mia (anche io avevo dei pantaloni corti).
Al contatto la mia eccitazione fu immediata, tanto che lei, sfrontata, probabilmente leggendomelo in faccia, mi disse con un sorrisino malizioso: “che c’è? Non posso neanche toccarti la gamba con la mia? Come sei sensibile!”.
Un assist così non me lo potevo far sfuggire. Ripresi il controllo e cercai di sfruttare l’occasione finalmente per andare a segno: “Guarda… io mi metterei anche mutande e da te mi farei toccare tutto!” dissi in tono scherzoso. Volevo tastare il terreno e capire se veramente anche lei voleva quello che volevo io: scopare ogni volta che ci veniva voglia.
“Non esagerare non ne avresti le palle!” disse ridendo.
“Va bene… qui fuori no! Abbiamo tutti e due una relazione e la cosa insospettirebbe! Ma in un luogo appartato ti farei toccare tutto… e anche senza mutande se preferisci”.
Ci mettemmo a ridere un po’ imbarazzati; ma all’idea iniziai a provare un po’ di eccitazione che iniziava a fare capolino dai pantaloni. Lei prese un sorso di negroni e io feci finta di nulla dando l’ultimo tiro alla sigaretta e mi allungai per spegnerla nel posacenere. Quando tornai indietro con la mano lei me la prese e mi disse, mentre se la portava perso di se: “ho visto che ti sei eccitato all’idea… non fare finta di nulla! Il problema è che mi sono eccitata anche io!”. Allargò le gambe e condusse la mia mano verso la sua fica: aveva gli slip completamente bagnati.
“Sento che ti sei eccitata…” le risposi e iniziai ad andare da solo. Mi avvicinai a lei e inizia a massaggiarle la fica da sopra gli slip. Emise un gemito di piacere e si rilassò sulla sedia allargando le gambe più che poteva, costrette dalla poca elasticità del tessuto jeans della sua gonna.
“Non sai da quanto aspettavo questo momento. Rimanere soli per poter fare quello che ci pare.”
“A chi lo dici…” le risposi, intento a toccarla.
“Aspetta…” mi disse infilando le mani sotto la gonna e togliendosi gli slip. Una volta sfilati li posò su una sedia accanto e si rilassò di nuovo sulla sedia. Infilai di nuovo la mano sotto la gonna e lì sentii la sua fica depilata completamente fradicia. Andai verso il clitoride, le girai intorno il dito e poi scesi in basso accarezzandole le labbra; tornai di nuovo su verso il clitoride, lo massaggiai e poi finalmente le infilai il dito dentro, facendola gemere mentre allargava le gambe sempre di più. Continuai a masturbarla e i suoi umori si fecero sempre più copiosi; mi avvicinai al suo orecchio e le dissi “hai la fica bagnatissima! Non immagini nemmeno la voglia che ho di affondarci la lingua e sentire tutto il tuo sapore!”. Non feci in tempo a finire la frase che lei gemette e, se possibile, si bagnò ancora di più. Ripresa dal momento di eccitazione mi disse: “se andiamo di la puoi leccarmela quanto vuoi… ma soprattutto posso succhiartelo io!”.
I miei slip non riuscivano più a contenere il mio cazzo e lei lo aveva notato; si alzò in piedi, mi prese per la mano con cui la stavo masturbando, se la portò alla bocca e succhiò le dita con cui la stavo penetrando.
Mi trascinò sul retro e fu lì che mi infilò la lingua in bocca; ci baciammo con la smania di due assetati che non vedono acqua da giorni, a soddisfacimento di quell’attesa troppo lunga ma con l’obiettivo finalmente raggiunto. Si staccò dalla mie labbra, si inginocchiò davanti a me, e mi slacciò pian piano prima il bottone, poi la zip e infine mi calò i pantaloni; il mio cazzo stava letteralmente facendo esplodere gli slip. “Mi sta esplodendo…” le dissi quando alzò lo sguardo per guardarmi. “E’ quello che voglio… voglio che mi esploda in bocca!” mi disse spostando lo sguardo sul mio cazzo e guardandolo come se fosse la cosa più bella che abbia mai visto. Prese poi finalmente l’elastico e fece scendere i miei slip lungo le cosce; il mio cazzo, finalmente libero, le si mise davanti alla faccia, con la cappella pulsante e bagnata che puntava verso il suo viso; lei lentamente avanzò con la testa, pian piano aprì leggermente la bocca e iniziando dalla cappella, fece scorrere le sue bellissime labbra carnose sul mio cazzo, prendendolo i bocca fino in fondo. Iniziò così a spampinarmi lentamente, con le sua labbra umide che scorrevano pian piano sulla mia asta. Mi poso le mani sulle natiche spingendosi a se il cazzo ogni volta che affondava la bocca. Le mie gambe stavano quasi cedendo dall’eccitazione e sentivo che sarei venuto di lì a poco. Se ne accorse, sentendo probabilmente il mio cazzo indurirsi sempre di più e si fermò: “eh no… non mi vorrai venire in bocca adesso? Dopo… prima me la lecchi, poi mi scopi e infine mi puoi riempire la bocca!”.
“Dopo questo pompino ti faccio quello che vuoi” le risposi. Ripresi il controllo di me stesso, la girai di schiena appoggiata verso il muro, mi inginocchiai sotto di lei e le alzai la gonna.
La visione era celestiale: una fichetta bella stretta, completamente depilata e talmente tanto bagnata che un rigolo dei suoi umori stava scendendo. “Ti sei eccitata un cifra a farmi quel pompino a quanto vedo…” le dissi sogghignando. “Dai ti prego… leccamela che non resisto più…”.
Iniziai raccogliendo con la lingua quel rigolo e mi avvicinai alla sua fica grondante; appena le sfiorai le lebbra ebbe un fremito di piacere tanto che alzò la gamba destra mettendola sopra un fusto lì accanto per permettermi di leccargliela al meglio. Iniziai a muovere la lingua lentamente da davanti a dietro, vedendo che quando arrivavo dietro lei avanzava sempre di più con il bacino. Capii che voleva essere leccata anche nel buchino dietro; iniziai cosi a leccarla dal clitoride al buchino, i suoi umori aumentavano sempre di più, i suoi gemiti anche, fino a che non esplose in un orgasmo. Sentii le sue contrazioni e i suoi umori mi riempirono la bocca.
Soddisfatta, si riprese un attimo, si girò e mi infilò la lingua in bocca, assaggiando tutti i suoi umori finiti nella mia. Una volta staccati, si avvicinò al mio orecchio e mi disse “adesso mi scopi?”. Si girò, si rimise nella posizione di prima e attese con impazienza che le infilassi il cazzo. Iniziai a scoparmela da dietro, così, mezzi vestiti, entrambi eccitatissimi, io con il cazzo che stava per esplodere da un momento all’altro, lei in un orgasmo quasi continuo; i suoi umori si spargevano sempre di più ad ogni affondo che le davo, il mio cazzo scorreva fluente nella sua fica producendole un orgasmo dietro l’altro.
Arrivato al limite mi fermai dicendole “adesso ti accontento…” si girò velocemente, si inginocchiò davanti a me e lo prese immediatamente in bocca; tempo due pompate e le avevo letteralmente riempito la bocca di sperma, con un orgasmo che raramente avevo sentito così forte.
Una volta ingoiato il mio sperma, si alzò e mi rimise la lingua in bocca. “Adesso anche tu hai assaggiato il tuo sapore…” mi disse mentre si staccava.
Ci baciammo ancora e tornando al bar le dissi “la prossima volta ci organizziamo meglio!”. Lei mi rispose “adesso che lo so, quando vuoi!”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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